(English version below)
In questo lavoro Alberto Festi, continuando a esplorare le possibilità che ha il legno di perdere e prendere forma, affronta il complesso rapporto tra utilità e bellezza.
Può un oggetto privato del suo scopo diventare proprio per questo più bello?
In questo caso si tratta di un utensile, un arnese che nasce per adempiere ad una precisa funzione (essere impugnato per battere dei chiodi) che viene non solo privato della sua utilità ma, attraverso un gesto squisitamente autoreferenziale, rivolge quell’azione impossibile proprio verso se stesso.
Quella che qui si realizza è una sintesi di forza e debolezza, quest’ultima espressa anche e soprattutto dalla forma presa dal manico del martello che non a caso ha chiari riferimenti ad una virilità mancata.
In questo senso è qui allora il maschilismo ad essere irriso, nell’evocazione di una potenza che si vorrebbe tale ma si ripiega inutilmente su se stessa.
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Alberto Festi, continuing his journey to explore the possibilities of wood to lose and take shape, deals here with the complex relationships between beauty and usefulness.
Can an object deprived of its purpose become – precisely because of this – even more beautiful ?
In this case, Alberto focus on a tool created to fulfil a specific function (to be gripped to pound nails), that is here not only deprived of its usefulness but, through a self-referential gesture, turns that impossible action towards itself.
What is achieved here is a synthesis of strength and weakness, the latter expressed also and above all by the form taken by the handle of the hammer which, not by chance, has clear references to a lack of manhood.
in a way, in this artwork, machismo is mocked, evoking a power that pretend to be real, but turns out to be uselessly folded back onto itself.
[Antonella Fava]