Mirror (2009) e Cuoreglande (2010)

Il legno, che sarà in seguito uno degli elementi principe nell’opera di Alberto Festi, prende forma in queste sculture realizzate attorno al 2010 il cui realismo si approfondisce del gioco di riflessi tra significante e significato.

La prima, Mirror (140x40x25 cm), in legno di acero dipinto con terre, rappresenta il ritratto della figlia Wanda. E’ un istante fissato in uno specchio, lo stesso in cui la bimba si riflette per ammirarsi mentre indossa gli abiti della madre.
Il non finito di parte della scultura da cui la bimba sembra uscire rende ancor più eloquente l’immagine di chi, imitando quello che è il suo modello per eccellenza, ambisce ad essere un sé più grande, più compiuto, perfetto.

 

 

La seconda, Cuoreglande  (2010), in legno di pero e vetro misura 42×26 cm (misure della teca di vetro). E’ la copia esatta di un cuore di vitello preso a modello al macello.
L’ assimilazione della forma del cuore a quella del glande nasce dalla repulsione verso il maschilismo prevaricatore: il cuore, scolpito con incredibile cura, è posto con altrettanta attenzione sotto vetro, quasi a proteggere il sentimento dalla prepotenza della pulsione sessuale presente in certo machismo.